Nuova Riveduta:

Numeri 7:86

dodici coppe d'oro piene d'incenso, le quali, a dieci sicli per coppa, secondo il siclo del santuario, diedero, per l'oro delle coppe, un totale di centoventi sicli.

C.E.I.:

Numeri 7:86

dodici coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per coppa, secondo il siclo del santuario, diedero per l'oro delle coppe un totale di centoventi sicli.

Nuova Diodati:

Numeri 7:86

le dodici coppe d'oro piene di profumo pesavano dieci sicli ognuna, secondo il siclo del santuario; tutto l'oro delle coppe pesava centoventi sicli.

Riveduta 2020:

Numeri 7:86

dodici coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per coppa, secondo il siclo del santuario, diedero, per l'oro delle coppe, un totale di centoventi sicli.

La Parola è Vita:

Numeri 7:86

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Numeri 7:86

dodici coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per coppa, secondo il siclo del santuario, dettero, per l'oro delle coppe, un totale di centoventi sicli.

Ricciotti:

Numeri 7:86

Poi, dodici vasetti d'oro pieni d'incenso, del peso ciascuno di dieci sicli della misura del santuario; cioè, in tutto, centoventi sicli d'oro.

Tintori:

Numeri 7:86

e i dodici piccoli vasi d'oro pieni d'incenso, essendo ciascuno dieci sicli a peso del santuario, tutt'insieme facevano centoventi sicli d'oro;

Martini:

Numeri 7:86

I dodici piccoli vasi d'oro pieni d'incenso, i quali pesavan ognuno dieci sicli a peso del santuario, facevano tutti insieme cento venti sicli d'oro:

Diodati:

Numeri 7:86

Ciascuno di que' dodici turiboli d'oro, pieni di profumo, era di dieci sicli, a siclo di Santuario; tutto l'oro di que' turiboli era cenventi sicli.

Commentario abbreviato:

Numeri 7:86

10 Versetti 10-89

I principi e i grandi uomini erano i più attivi nel servizio di Dio. Questo è un esempio per coloro che detengono l'autorità e il rango più elevato; essi dovrebbero usare il loro onore e il loro potere, il loro patrimonio e i loro interessi, per promuovere la religione e il servizio di Dio nei luoghi in cui vivono. Sebbene fosse un momento di gioia e di esultanza, tuttavia, in mezzo ai loro sacrifici, troviamo un'offerta per il peccato. Come nei nostri servizi migliori siamo consapevoli che c'è il peccato, così anche nei nostri servizi più gioiosi dovrebbe esserci il pentimento. In tutti gli approcci a Dio dobbiamo guardare con fede a Cristo come offerta per il peccato. Essi portavano le loro offerte ognuna in un giorno. L'opera di Dio non deve essere compiuta in modo confuso o frettoloso; prendiamo tempo e avremo fatto prima o, almeno, avremo fatto meglio. Se i servizi devono essere compiuti per dodici giorni insieme, non dobbiamo chiamarli un compito e un peso. Tutte le loro offerte erano uguali; tutte le tribù d'Israele avevano una parte uguale nell'altare e un interesse uguale nei sacrifici offerti su di esso. Colui che ora parlava a Mosè, come la Shechinah o Maestà divina, da in mezzo ai Cherubini, era il Verbo eterno, la seconda Persona della Trinità; perché tutta la comunione di Dio con l'uomo avviene per mezzo del Figlio, con il quale ha fatto il mondo e governa la Chiesa, che è lo stesso ieri, oggi e in eterno.

Riferimenti incrociati:

Numeri 7:86

85 1Cron 22:14; 29:4,7; Esd 8:25,26
Nu 7:13

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